Valutazione Delle Scorte E Nutrizione Artificiale

    Abbiamo visto che una delle attività di massima importanza al fine di un corretto invernamento della famiglia è il controllo dello stato delle scorte dell’alveare. Per questo motivo in autunno e inverno può essere necessario intervenire con la nutrizione artificiale.

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    Di cosa hanno bisogno le api?

    Conoscere quello di cui hanno bisogno le api per poter sopravvivere è essenziale per capire il senso e le modalità di somministrazione del nutrimento stesso. In primo luogo, le api hanno bisogno di carboidrati (in particolare glucosio e fruttosio) per il loro fabbisogno energetico e per la secrezione della cera. Poi, necessitano di proteine per la costituzione dei tessuti corporei che, durante l’inverno, vengono accumulate in particolar modo nei corpi grassi. Essi costituiscono un tessuto di riserva in cui vengono immagazzinati i prodotti alimentari digeriti a cui si può attingere nei momenti di maggiore difficoltà. La costituzione dei corpi grassi è particolarmente delicata durante lo sviluppo larvale e, tra le varie componenti, un ruolo molto importante è rivestito dalla vitellogenina. La vitellogenina è una proteina che, tra le altre cose, permette alle api di passare alle larve delle competenze immunitarie necessarie per la loro sopravvivenza.

    Il controllo delle scorte

    Si capisce quindi facilmente che una corretta nutrizione è essenziale non solo per la sopravvivenza immediata dell’alveare, ma anche per il suo corretto sviluppo e crescita. Non è quindi un aspetto da sottovalutare. Per questo motivo, valutare lo stato delle scorte e capire con quale tipo di nutrizione intervenire è essenziale. Il controllo delle scorte è un’operazione che viene eseguita generalmente in autunno e la loro consistenza varia molto in base al luogo in cui ci si trova. Si è calcolato che una famiglia di media forza consuma circa 2kg di miele al mese in periodi di assenza di fioriture. Ovviamente questo consumo stimato deve essere adeguato ai singoli casi: in zone più miti le consumeranno di meno, in zone con clima più rigido e inverni più lunghi avranno un fabbisogno maggiore.

    Nutrizione artificiale: la nutrizione zuccherina

    Sulla base di queste informazioni, si deve calcolare se e come è necessario intervenire con la nutrizione artificiale. Essa è generalmente suddivisa in nutrizione zuccherina e nutrizione proteica. La nutrizione zuccherina in periodo autunnale viene impiegata come supporto al fine di sostenere l’accumulo di scorte o permettere il loro rimpiazzo nel caso in cui si stessero esaurendo. Essa deve essere il più concentrata possibile, altrimenti si provocherebbe un effetto stimolante e potrebbe creare problemi di dissenteria nella colonia. Si può procedere inserendo nell’alveare dei favi con scorte di miele oppure si può procedere con la somministrazione di sciroppo o candito.

    Lo sciroppo e il candito

    Se si sceglie di somministrare lo sciroppo, si può decidere se produrlo in casa o acquistarne uno prodotto industrialmente. Generalmente esso si utilizza quando le api hanno ancora la possibilità di eseguire i loro voli di purificazione, ma è sempre bene accertarsi che esso sia il più concentrato possibile. Se si opta per la preparazione artigianale, è bene rispettare la proporzione 2:1, ovvero 2 parti di zucchero ogni 1 di acqua. Può essere preparato a caldo o a freddo in base alle proprie necessità. Per la somministrazione si hanno varie opzioni, quali i nutritori a tasca, quelli a depressione, quelli a soffitta oppure quelli da esterno. Il candito, invece, è estremamente concentrato e ha un bassissimo contenuto di acqua. Questo lo rende particolarmente adatto per i periodi autunnali e invernali quando le api non escono dall’alveare. Anch’esso può essere acquistato o preparato in casa.

    Nutrizione proteica

    La nutrizione proteica riveste una grandissima importanza. Permette l’accumulo di proteine nel corpo grasso che è direttamente legato al corretto sviluppo delle api e a un aumento delle loro prospettive di vita. Il momento in cui si crea maggior necessità di supporto proteico è quello tra agosto e settembre, quando inizia a prepararsi la covata che darà luce alle api che dovranno affrontare l’inverno. Con gli sbalzi termici degli ultimi anni, però, questo limite temporale non è più così stretto e può crearsi il bisogno di intervenire anche successivamente.

    Polline

    Per le api, la fonte di proteine per eccellenza è il polline. Alcuni apicoltori si premuniscono per raccogliere il polline quando ce n’è in abbondanza, per poi conservarlo e restituirlo alle api. Questa operazione, inutile dirlo, richiede molto impegno e dedizione. Un’altra soluzione è spostare favi ricchi di polline in famiglie dove scarseggia, ma solo se si è certi che la famiglia da cui sono stati prelevati sarà in grado di rimpolpare le scorte in breve tempo. Se queste due soluzioni non sono praticabili, si può ricorrere a dei surrogati.

    Surrogati del polline

    Un’opzione molto a portata di mano è la somministrazione di canditi proteici oppure di altre sostanze proteiche come farina di soia o di altre piante erbacee, lieviti o latte in polvere. Queste polveri possono essere distribuite tali e quali o subito all’esterno dell’alveare o nelle vicinanze, per consentire alle api la raccolta. Un’altra opzione è quella dell’elaborazione di questi prodotti per creare dei panetti solidi simili per consistenza al candito, per poterli posizionare direttamente all’interno dell’alveare. Una volta intrapreso questi tipi di alimentazione, deve essere continuato fino alla comparsa di fioriture pollinifere a cui le api possano direttamente attingere. È assolutamente controproducente somministrare una nutrizione proteica durante l’inverno in assenza di covata.

    Nutrire con il miele?

    Ci si potrebbe domandare perché, generalmente, non si consiglia la somministrazione del miele al posto di tutti questi surrogati. Esso sarebbe sì la scelta più naturale e genuina, ma ci sono alcune considerazioni da fare a riguardo. In primis, rappresenta la soluzione più costosa per l’apicoltore, che può tuttavia decidere di metterla in pratica, magari inserendo proprio favi sforchettati conservati appositamente per questo scopo. Secondariamente, utilizzare il miele può creare problemi a livello sanitario. Utilizzare miele di dubbia provenienza è davvero sconsigliato perché potrebbe essere veicolo di malattie e patogeni. In questo caso, è bene utilizzare solo il proprio miele, di cui si può essere certi che non sia contaminato. Infine, la somministrazione di miele può provocare spiacevoli fenomeni di saccheggio, a cui si può ovviare agendo verso sera e non durante il giorno.

    Valutazione scorte e sistemi di monitoraggio

    Valutare lo stato delle scorte è quindi importantissimo per capire come agire al fine di avere famiglie forti e in grado di passare al meglio l’inverno. A volte, però , l’ispezione visiva da sola può non bastare: si possono eseguire calcoli errati e questo potrebbe portare la famiglia ad esaurire le scorte e morire letteralmente di fame. Per questi motivi l’impiego di strumenti di monitoraggio da remoto può risultare decisamente utile. Grazie alla possibilità di misurare vari parametri come peso e temperatura, si può capire in che stato si trova la famiglia e se è necessario intervenire.

    Di Elena Fraccaro16 novembre 2018
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