Il Miele In Italia: Quanto Ne Consumiamo?

    Abbiamo parlato dei benefici del miele, ma quanti di noi ogni giorno mangiano il miele, magari spalmato su una bella fetta di pane o sciolto in una calda tisana? Dovremmo un po’ tirarci le orecchie perché i numeri non sono certo dalla nostra parte! Ogni anno ne mangiamo in media 500g a testa.
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    3Bee Hive-Tech

    L'approccio di 3Bee per la tutela della biodiversità

    3Bee è la Nature Tech company che sviluppa tecnologie per la tutela della biodiversità. 3Bee Hive-Tech è il primo sistema di 3Bee che consente di analizzare lo stato di salute e di “fame” delle api da miele, sentinelle ambientali per eccellenza. Nel tempo, abbiamo sviluppato altre tecnologie per studiare e monitorare tutti gli insetti impollinatori e creato oltre 200 Oasi della Biodiversità con migliaia di piante nettarifere per garantire loro nutrimento. Vogliamo così creare un circolo virtuoso: i nostri apicoltori si trasformano per esigenza in coltivatori di Oasi e promotori della biodiversità ambientale. Non incentiviamo la produzione massiva e gli allevamenti densi, che hanno un impatto negativo sulla biodiversità e sugli impollinatori. Riconosciamo però il valore del miele come simbolo prezioso della biodiversità di un ambiente e uno strumento di divulgazione dell'impegno e tutela di un'area, da consumare con parsimonia e rispetto per il ciclo di vita di questi insetti.

    I dati del miele nel mondo

    Per capire un po’ meglio la situazione nel nostro Bel Paese, dobbiamo però fare un passo indietro e dare uno sguardo a quello che invece succede nel resto del mondo. Secondo i dati FAO, la produzione mondiale di miele nel 2018 è pari a ben 1,86 milioni di tonnellate. Di questi, il 49% è prodotto in Asia, seguita subito dopo dall’Europa (21%) e dal continente americano (18%). Analizzando più a fondo i dati, scopriamo che i principali produttori a livello mondiale sono rispettivamente Cina, con 543 mila tonnellate di miele, Turchia (114 mila) e Argentina (76 mila). Forte della sua enorme produzione, la Cina figura anche tra i principali esportatori di miele, per un valore totale di 211 milioni di euro. L’Unione Europa è il secondo produttore mondiale di miele, ma le sue 230 mila tonnellate non bastano a soddisfare tutta la richiesta interna. L’Europa, infatti, è autonoma solo per il 60%! Il restante miele lo importa tutto da Cina e Ucraina.

    Il miele in Italia

    Parlando di miele in Italia, troviamo un andamento molto simile a quello europeo. L’Italia è il quarto paese europeo per numero di alveari, ben 1,2 milioni per un totale di 45.000 apicoltori. La produzione totale annuale è stimata essere attorno alle 22.000 tonnellate. Tuttavia, a livello mondiale l’Italia risulta essere il sesto paese importatore di miele! La domanda interna, infatti, è di gran lunga superiore alla capacità produttiva e per questo motivo si è costretti a far ricorso al miele importato da altri paesi. Solo nel 2018, è stato registrato un aumento delle importazioni di miele di circa il 18%! Secondo i dati Coldiretti, il consumo di miele in Italia è aumentato di oltre il 5% negli ultimi anni, ma molto del miele è straniero. In particolare, proviene dalla Cina e dell’Ungheria. Ma perché è così tanto il miele straniero nel nostro mercato interno?

    Calo drastico della produzione di miele in Italia

    Una delle prime spiegazioni va sicuramente cercata nel calo drastico della produzione di miele in Italia. La stagione appena passata, lo sappiamo bene, non è stata clemente né al Nord né al Sud. Nel nostro paese, le tipologie di miele più importanti, tra le 50 differenti varietà disponibili, sono sicuramente il miele di acacia e quello di agrumi. Coldiretti ci dice che quest’anno la produzione di miele di acacia e di agrumi è calata del 41%! In totale, questo si traduce in una perdita di 73 milioni di euro. Basta guardare qualche stima circa la produzione media per alveare per spaventarsi. Nel 2019 in Lombardia, ad esempio, un alveare ha prodotto all’incirca 1,5kg di miele di acacia in tutta la stagione produttiva (dati Osservatorio Nazionale del Miele)! Contando che, nelle migliori condizioni, un alveare ne potrebbe produrre più di 30kg, capiamo quanto questi numeri siano desolanti.

    Miele a prezzi concorrenziali

    Un’altra motivazione del trend che si riscontra nel nostro paese è legata ai prezzi estremamente competitivi del miele di importazione. Emblematico è il caso del miele cinese. La Cina ha visto una costante crescita della sua produzione di miele e il settore non sembra essere colpito dalle problematiche che invece interessano gli altri paesi. Inoltre, il prezzo di vendita del miele proveniente dalla Cina è molto basso e questo spinge a preferire la convenienza a discapito della qualità del prodotto. La legislazione italiana ed europea è infatti molto stringente nella definizione di quello che è da considerarsi miele. Molto spesso il miele estero non rispetta questi canoni di qualità. Ad esempio, in Cina sono ammesse le coltivazioni OGM, che invece nel nostro paese sono vietate.

    Chi consuma miele in Italia?

    Abbiamo visto che noi italiani non siamo grandi consumatori di miele. Ne mangiamo circa 500g a testa ogni anno, sia esso italiano o straniero. Il 2018 non è stato un buon anno per il miele in Italia: dopo 3 anni di incremento degli acquisti, hanno subito un significativo ridimensionamento. Le regioni del Nord Ovest e del Centro sono quelle che hanno visto, negli anni passati, un maggior aumento dei consumi. Tra i maggiori consumatori, troviamo le famiglie composte da persone anziane, seguite subito da famiglie con figli che hanno più di 18 anni e da anziani single. I single, le coppie giovani e le coppie con figli piccoli sono invece quelli che consumano meno miele e che hanno ridotto sensibilmente il suo acquisto.

    Ci salvano le etichette e i produttori locali

    Per quanto riguarda il consumo di miele in Italia, dunque, potremmo fare di meglio. Il consumo pro capite annuo dei nostri vicini tedeschi raggiunge addirittura il chilo e mezzo! Quello che ci tutela molto sono le etichette, dove è obbligatorio indicare la provenienza del miele, specificando se ci troviamo davanti a “miscela di mieli non originari della CE” o a “miscela di mieli originari e non originari della CE”. Se però vuoi avere la certezza della qualità e della genuinità del miele che acquisti, il modo migliore è rivolgersi direttamente ai produttori locali. In questo modo avrai la possibilità di parlare direttamente con chi cresce le sue api giorno per giorno e potrai gustare la prelibatezza del loro lavoro quotidiano.

    Mangia il miele del tuo alveare

    Se però non ti è così facile trovare il tuo apicoltore di fiducia o sei curioso di provare le tipicità di ogni regione e nel contempo vuoi fare qualcosa di concreto per supportare queste incredibili apine puoi adottare un alveare monitorato con la tecnologia 3Bee! Scegli sulla mappa l’apicoltura che più preferisci e seleziona l’alveare e il miele da te preferito. Grazie all’adozione di un alveare potrai supportare l’apicoltore e il suo lavoro, seguire a distanza lo sviluppo e la crescita dell’alveare direttamente sul tuo cellulare e a fine stagione apistica riceverai a casa tua il miele da te scelto e potrai gustarlo in tutta la sua genuina bontà! Scegliere un alveare è anche un ottimo regalo per le persone che ami: non solo farai del bene all’ambiente, ma lascerai tutti a bocca aperta! Scegli il tuo alveare!

    Di Elena Fraccaro11 dicembre 2019
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