A Febbraio In Apiario: Quali Lavori Bisogna Svolgere?

    In apiario, febbraio è ancora un mese di transizione, anche se le attività ricominciano poco per volta e la frenesia per l’inizio di una nuova stagione produttiva inizia a farsi sentire. In questo mese devono essere svolte operazioni importanti per consentire la corretta ripresa della famiglia
    A Febbraio In Apiario: Quali Lavori Bisogna Svolgere?

    PROTEGGIAMO LE API

    Controllo dello stato di salute dell’alveare

    Il controllo dello stato di salute degli alveari parte in primis dall’osservazione dell’arnia dall’esterno. Nelle giornate più calde si vedono le api entrare e uscire dalla cassa? Ci sono molte api morte nei pressi dell’alveare? Sul predellino di volo si notano strane deiezioni? Tutti questi possono essere segnali rivelatori che c’è qualcosa che non va. Poche api possono significare che la famiglia è debole, mentre un numero elevato di api adulte morte può essere sintomo di patologie in corso. Anche il controllare lo stato delle deiezioni è utile per individuare la presenza di particolari malattie.

    Stato delle scorte

    Fondamentale è anche il controllo dello stato delle scorte. Per questo si può utilizzare il classico metodo, che prevede il sollevamento della cassa per saggiarne manualmente il peso, oppure si possono utilizzare strumenti di monitoraggio da remoto degli alveari che tengano traccia di tutte le variazioni di peso della famiglia. Si può anche capire dove sono posizionate le api e se stanno consumando il miele dei favi ispezionando il piattino sotto la rete dl fondo antivarroa, se presente. In tal modo, dai residui di cera si evince non solo il livello di consumo, ma anche l’eventuale presenza di covata sfarfallata. In ogni caso, siccome il fabbisogno alimentare delle api aumenta in questo periodo, se ci si accorge che le loro scorte scarseggiano è bene procedere con il nutrimento tramite candito oppure l’inserimento di appositi favi di miele conservati per l’occasione.

    Ripresa dell’attività di ovodeposizione

    Come abbiamo detto, già dall’osservazione del piattino si può capire se siamo in presenza di una famiglia con una regina che ha ripreso a deporre o meno. I residui di cera più scura, infatti, denotano sfarfallamento della covata. Anche solo osservando le api e quello che importano all’interno dell’alveare si può comprendere se all’interno del nido troveremo covata. Se, infatti, le api raccolgono il polline, è chiaro segno che la famiglia sta crescendo e che la regina ha ripreso la sua attività. Se non registriamo nessuno di questo segni, potrebbe anche darsi che la regina è morta e che la sopravvivenza della famiglia è messa a rischio. Controllare l’eventuale stato di orfanità delle famiglie è un’altra operazione fondamentale da eseguire in questo periodo.

    Ispezioni visive

    Nelle giornate più calde, quando la temperatura supera i 10°C e le condizioni climatiche sono favorevoli, si può iniziare ad aprire le casse per rapide ispezioni. Bisogna comunque sempre prestare attenzione affinché le api e l’eventuale covata non vengano raffreddate eccessivamente durante l’estrazione dei favi. Grazie all’ispezione interna si può constatare se sono in corso malattie quali la peste, americana o europea, o anche eventuali conseguenze derivare da una massiccia infestazione di Varroa (presenza dei virus peculiari associati ad essa come il DWV e la covata non compatta). Possiamo anche vedere direttamente se c’è covata e come sono organizzate le scorte. Se si vedono le uova deposte nelle cellette e le api sono calme e non mostrano i segni caratteristici dell’orfanità, non sarà nemmeno necessario cercare la regina perché essa è presente e ha già chiaramente ripreso la sua attività.

    Restringere il nido

    Questo è anche il periodo adatto per restringere il nido. Si possono già scegliere quali favi portare all’esterno del diaframma ed eventualmente poi eliminare. Quest’operazione, però, non si giustifica solo in un’ottica di pulizia e rinnovamento dei favi. È anche importante per consentire alla famiglia di mantenere costante la temperatura del nido e non disperdersi eccessivamente nell’arnia. Questo permette alla famiglia di rimanere più raccolta e di allevare meglio la covata sprecando meno risorse. Ottimale è conservare tutti i favi coperti di covata e lasciargliene non più di due di scorte.

    Ultimo giro di trattamenti

    Se da un controllo della Varroa caduta emerge che il numero degli acari è eccessivo si può procedere, ad esempio, con un giro di trattamenti con acido ossalico sublimato, effettuato ogni 7 giorni per 3 volte, così da coprire tutto il ciclo di sviluppo di una generazione di api e massimizzarne l’efficacia. In tal modo si cerca di liberare quanto più possibile la colonia da questo pericoloso parassita. Questi interventi sono tanto più importanti se tra novembre e dicembre non si è riusciti a trattare in maniera adeguata.

    Altre operazioni

    Tra le altre operazioni che si possono effettuare in apiario ricordiamo sicuramente lo spostamento di eventuali arnie vuote. Se durante l’inverno si è persa qualche famiglia, è bene cercare di capirne il motivo e spostare le casse. Nel caso la motivazione della morte della colonia fosse una qualche malattia, è bene procedere alla sanificazione dell’arnia prima di un suo nuovo utilizzo. In tal modo si evita il contagio non solo della famiglia che lì vi prenderà dimora, ma anche di quelle circostanti. Può anche essere utile iniziare a predisporre degli appositi abbeveratoi vicino alle arnie. L’acqua al loro interno serve alle api per sciogliere il miele cristallizzato nei favi e consentire il suo utilizzo. Si ricordi che le api prediligono acqua stagnante e che è necessario apporre degli specifici appoggi per consentire alle api di suggere l’acqua senza rischiare di affogarvi.

    Utilizzo di sistemi di monitoraggio da remoto

    Essendo questo il periodo in cui iniziano a comparire le prime fioriture, è bene prestare particolare attenzione se si vuole arrivare preparati ai successivi e più consistenti raccolti. Avere un sistema che permette il controllo da remoto dell’alveare può essere estremamente utile. Avendo modo di confrontare lo storico dei dati, si può capire in che situazione si trova la famiglia e pianificare così più precisamente le operazioni da eseguire. In tal modo non solo si riesce a ottimizzare il proprio tempo, ma anche la gestione dell’apiario ne beneficia. Scopri quali sono le caratteristiche dei nostri prodotti e tutti i vantaggi che derivano dal loro utilizzo. Se sei interessato ai nostri dispositivi scopri l’offerta a te dedicata: ordina subito una bilancia e hai in omaggio il pannellino solare per la ricarica della batteria e il piano base di trasmissione dati. Scrivi subito a info@3bee.it e vieni a trovarci ad Apimell allo stand B-114!

    Di Elena Fraccaro7 giugno 2022
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